Sappiamo tutti che è bello quando il cuore si apre e le lacrime scorrono, e l’amore sgorga. Cosa potremmo volere di più in quel momento? Perché quando siamo in quel tipo di amore – che è la devozione stessa – non c’è quasi nessuna mente. La mente semplicemente scompare in quell’amore e in quella devozione, ma come mi disse un insegnante, “E in quel luogo nessuno vuole indagare”. Disse: “Il problema di quel posto è che tutti lo amano. Il problema è che è ancora uno stato. È ancora uno stato, va e viene. E in quello stato, poiché la mente non c’è, non c’è la capacità di indagare”.
Questo è quanto mi disse un altro insegnante, Swami Shyam, poiché ero molto devoto e zampillante, con lacrime e voglia di inchinarmi tutto il tempo, mi disse una volta, davanti ad un gruppo di persone: “Quest’uomo ha il cuore di un Bhakta, ma voglio che sia un conoscitore”.
Un conoscitore, uno Jnani. Disse: “Voglio che sia un conoscitore”. Quindi non permetteva alcun segno esterno di devozione da parte mia. Nessuno. Non ho mai potuto toccargli i piedi. Disse: “Murray toccherebbe i miei piedi ogni dieci minuti se potesse”, e non lo permise. Diceva: “Voglio che tu sia un conoscitore”.
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